Spirito natalizio
Hanno già scritto tutto e tutti ed adesso è giunta anche l'espansione del 1° In Rainbows.
Voglio solo riportare un passo della recensione di Riccardo Bertoncelli tratta da Linus.net:
una delicatezza di fondo che segna tutti i brani, escluso forse lo scorbutico Bodysnatchers: sogni a cui ci si abbandona o a cui si oppone resistenza, malinconie accanite e in fondo voluttuose, su una scala a spirale che a tratti sembra quella percorsa da Jeff Buckley anni addietro, verso cieli estremi, nel profondo di sé. Questa delicatezza tocca un vertice perfino doloroso in Nude, una canzone che voglio immaginare sarà un talismano di bellezza per la nuova generazione, come lo sono state per i ragazzi di ieri certe ballate di Nick Drake o la Song To The Siren di Buckley padre (e poi dei Cocteau Twins). è il brano più incantato del disco, insieme a quella vertiginosa miniatura che è Faust Arp, due minuti e dieci secondi di poesia e sbalordimento: Thom Yorke sembra il cugino di Beck per come gioca con un arpeggio beatlesiano, smontando l’abituale collage Rh per uno schema più tradizionale di chitarra con accompagnamento di archi. McCartney (Blackbird) o Lennon (Julia) una ballata così l’avrebbero stirata con comodo: Yorke invece la accelera, la stringe, la snocciola in fretta, come impaurito del suo cuore dolcissimo. Inrainbows si apre con la febbre di 15 Step e i suoi fascinosi ritmi scazonti per chiudersi con la severa semplicità di Videotape, quasi un demo per pianoforte e voce su cui Phil Selway interviene con gesti trancianti di batteria. Tra inizio e fine un magico mondo di visionarie tastiere e campionamenti, la voce alata di Yorke, misurate chitarre elettriche e arpeggi di acustiche. Dopo un quarto d’ora un tuffo al cuore, quando ritrovo i miei amati Blue Nile in un seducente notturno (Weird Fishes/Arpeggi), mentre più in là appare una canzone ancora più sorprendente: House Of Cards ha la meravigliosa souplesse di certi brani anni ’60 e non a caso serba nel Dna il ricordo di una spiritata canzone di Carole King per Dusty Springfield e Byrds, Goin’ Back.
Voglio solo dire che ascoltare entrambi i CD, ha risvegliato in me il vero spirito natalizio. Quello spirito che non esiste più e che ho perso quando ho smesso di credere in Babbo Natale.
In fase di downloading mi trovavo davanti ai regali ancora da scartare.
Credo che mi divertirò per molto tempo.
Riccardo Bertoncelli su Linus.net:
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