25 aprile 2008

Hjaltalín: Sleepdrunk Seasons

Vicini al sole
Volessi denigrare un album del genere, sarebbe sin troppo facile, ma non posso. Non posso perchè, nonostante momenti non propriamente esaltanti, mi piace.
“Sleepdrunk Seasons” è il primo album degli islandesi Hjaltalín e si sa, a quelle latitudine il clima è rigido. Quindi prima che il buco dell'ozono lo trasformi in temperato, han pensato bene di riunirsi in un collettivo dal numero adeguato (nove), tutti “vicini vicini”, così da stare ben al caldo.
Rimanendo in tema meteo, gli Hjaltalin mostrano comunque un'attitudine al sole ed al bel tempo non sempre comune (malgrado “I Lie”) e con alle spalle la produzione Mùm, il primo pensiero che mi viene di getto è: suoni di musica classica e barocca prestati con successo ad un pop dal gusto datato.
Poi quando leggo/vedo/sento fagotto, tromba, trombone, corno, clarinetto.... che volete, basta che i fiati non siano sul collo, io mi sciolgo.

21 aprile 2008

Cloud Cult: Feel Good Ghosts (Tea-partying Through Tornadoes)

Necessità fisica di ascoltare il passato










Ed ancora,
....Fanno booklet con inchiostro non nocivo, piantano alberi sulle terre americane in base alle emissioni di Co2 dei loro tour. Si guardano bene dalle richieste delle major e si autoproducono con etichetta dal nome Earthology......



....Potreste incontrare i Flaming Lips ma anche Bright Eyes, gli Arcade Fire ma anche i Modest Mouse, Sparklehorse ma anche Grandaddy. Forse gruppi come i Flotation Toy Warning, anche se inglesi, hanno ascoltato a lungo i Cloud Cult. E così di questo passo.....




http://www.myspace.com/cloudcult http://www.cloudcult.com/catalogdownload/myWimpy.html http://rs35.rapidshare.com/files/108362413/Cloud_Cult_.rar
Nient'altro da aggiungere.

18 aprile 2008

Alberta Cross: Thief & The Heartbreaker EP

Gran bel scherzo del destino
Grand bel debutto,
gran bella voce,
gran bel ritorno alle radici di un certo tipo di rock stile Neil Young.
Band anglo-svedese, nella realtà formata da due sole persone: Petter Ericson Stakee e Terry Wolfers, sorretta da vigorose aree corali, da riff tanto semplici quanto efficaci.
Ed allora, perchè gran bel scherzo del destino?
Tralasciando la bruttezza di Stakee, questi non dovevano nascere in Europa, ma in un qualche polveroso paesino dell'Ovest americano.

10 aprile 2008

Ereipia: Ereipia


Non solo nero.

Parlavamo dei Crippled Black Phoenix e della brava gente che vi ha collaborato. Ecco, Kostas Panagiotou e Andy Koski-Semmens sono tra questi Artisti. Inutile quindi dire, scrivere, che tale fatto è una certificazione sulle loro dimensioni scrotali.
Il loro progetto inglese Ereipia (nome di derivazione greca), ha partorito qualcosa di estremamente umorale ed intrigante. Ancora non pare abbiano un'etichetta per la distribuzione, così si sono affidati a www.soundclick.com per la presentazione completamente gratuita del loro lavoro, rendendolo disponibile in rete, chiedendo un parere agli ascoltatori, oltre ad un eventule aiuto economico (il link lo trovate sotto).
I due hanno avuto anche esperienze di musica etnica greca, sacra, classica, metal estremo, insomma tutte "cosine" non propriamente commerciali. Forse per qualcuno sarà necessario avere un minimo di familiarità con la voce ma, convinto che meritino la massima considerazione e che possano interessare non solo agli appassionati della scena musicale dark (quale io non sono), riporto alcune note e pareri, riportati in parte anche sul loro MySpace.
Dimenticavo,"This Side of the Looking Glass" è una cover di Peter Hamill (Van Der Graaf Generator).
Ereipia è un emozionante viaggio tra i regni della malinconia. Un viaggio che però non è privo di speranza e di fede. Fondamentali per immergersi in questo mondo ed in questo tipo di paesaggio musicale, sono la potente voce di Andy ed il pianoforte di Kostas. L'emotività ed una musica non conformista catturano l'ascoltatore in un viaggio fuori del tempo e fuori dall' esistenza terrena. Un album profondamente personale ed emotivo, un esperienza catartica per tutti coloro che sono disposti a immergersi nel loro mondo. 7,5/10 (Gothtronic);
Credo sia un debutto molto promettente, un progetto musicale neo-classico, con influenze dalla musica classica, religiosa, folk mediterranea, minimalismo, e molti altri stili, fusi in una nuovo stile musicale abbastanza originale 8/10 (Evening Of Light);
....Un ambientazione non molto distante dagli ultimi lavori degli Empyrium. La differenza principale è certamente nell'atmosfera ricca di speranza, anche se malinconica, Ereipia potrebbe piacere a coloro che cercano un'armonia musicale, che desiderano emozioni positive... Un duo con qualità artistiche fuori dal comune (Heathen Harvest);

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9 aprile 2008

Crippled Black Phoenix

Uno tra i dischi più attesi di quest'anno.
Dal MySpace sotto linkato si trovano tre nuove tracce che saranno presenti in "The Resurections": "Rise Up And Fight" (vigorosa stretta di mano a chi indovina cosa possa essermi venuto a mente), "Whissendine" e il live di "Burnt Reynolds". Comunque, se non li conoscete ascoltate anche il restro che è un bel sentire.
Componenti dei Mogwai, Electric Wizard e Portishead, più un sacco di altra brava gente.
Certamente da me atteso e certamente dividerà gran parte degli appassionati, come fece già il suo precedessore, quel "A Love Of Shared Disaster" dello scorso anno (e che sotto potete scaricare), accusato si essere troppo d'ambiente, minimalista a tratti quesi noioso.
Dal primo ascolto di queste tre tracce pare essere su altra strada, una grande, sicura, scorrevole strada.
Si è capito che sono fiducioso?
Una cosa è certa, il lavoro potrà piacere o meno, ma è creato da Artisti con la "A" maiuscola.
http://www.myspace.com/crippledblackphoenix . A Love Of Shared Disaster: http://www.megaupload.com/it/?d=57XJMN8P

The Dø: A Mouthful

Pomodori della Siria
Quando ero piccolo, nel periodo estivo la mia merenda preferita era pane struscio col pomodoro. Ricordo che ogni tanto ero io ad andarmi a prendere i pomodori nell'orto (già... bel mio orto, tutto piantato da nonna Siria), li coglievo maturi un paio d'ore prima, poi mia madre li teneva in ammollo nell'acqua del pozzo così avevano il tempo di raffreddarsi ben bene.
Nei pomeriggi caldi ed afosi erano decisamente rinfrescanti, teneri e buoni.
Ecco "A Mouthful" mi ha fatto venire in mente un po' la stessa freschezza. Un disco che ricorda il cambio di stagione, che ci ricorda di aprire le finestre e cambiare l'aria nelle stanze.
Un pop colto, fresco, divertente e semplice (un pregio) prodotto da un duo esordiente francese (il musicista Dan Levy e la cantante di origine finniche Olivia Bouyssou Merilahti), che è assai facile accostare a quello degli Architecture in Helsinki.
Ogni tanto il pane struscio lo mangio sempre (non più a merenda eh!), l'ho arricchito con basilico e cipolla, ma i pomodori di nonna Siria mi sembravano un'altra cosa.

Strangers Die Every Day: Aperture For Departure

La gremigna di Portland.
Oggi ho necessità di avere qualcosa in più, senza esagerare, in maniera graduale: un misto di classica e rock, per melodie importanti, potenti, ma allo stesso tempo quiete, dove gli strumenti principi siano gli archi, con tutto ciò che ne consegue.
E visto che anche questi ragazzi arrivano da Portland e che anche questo è un debutto, spiegatemi che razza di fervore musicale possa esserci in Oregon e d'intorni, perchè io non lo capisco.
Gli Strangers Die Every Day sono:
Stirling Myles - basso elettrico; Scott Wilkinson - violino; Lawrence Armstrong - batteria; Jessie Dettwiler - violoncello.
Brani consigliati? Tutti.

8 aprile 2008

3epkano: At Land

Non ho più il fisico
Oramai è qualche anno che me lo dico.
Giovedì sera stavo da cani, Venerdì un po' meglio. Poi Sabato e Domenica (pensando di avere il fisico) ho "esagerato".
Colpa dei figli, anzi.... merito dei figli.
Così domenica sera ero nuovamente uno straccio.
Questo pomeriggio già meglio, molto meglio.
Allora, pensando che la testa agisce in una certa maniera, ma il fisico non regge più, occorre una musica da malati.
Musica da relax completo, da ascoltare in poltrona rigorosamente con cuffie (a volume basso eh) e così rompo meno ala mia gentile consorte, che non è abituata ad avermi per casa durante la settimana.
Musica associabile ad un bel post-rock cinematografico, di quelli dilatati, lunghi e pesanti tanto da farti sentire caldo (14 brani per quasi 1 ora e mezzo).
Insieme ad altre cose, mi sono venuti in aiuto gli irlandesi 3epkano (cazzo di nome), al loro debutto ufficiale. Chissà se il 3 sta per numero, per lettera, o cos'altro.
Fatto è, che questo è un disco invernale, profondamente invernale. Adesso siamo a primavera, la testa andrebbe anche già al mare, ma per come si sente il mio fisico e per le notizie che si tovano in rete, sono tornato all' inverno.
Ricordando che occorre coraggio (oltre che palle) a presentarsi al debutto con una mattonata del genere, lo dedico a tutti coloro che si sentono influenzati e che non hanno più il fisico, oltre agli appassionati del genere (per gli altri sarà grandissimo sfracassamento). Segnalo vivamente "We Go from Tears to Shouts", "Towers Open Fire", "Rhythmus 54", "Distant Outings", "Those Who Love to Fly Alone".


5 aprile 2008

Spiritual Front: Armageddon Gigolò

Ero su un sito musicale inglese e mi capitò di leggere l'intervista di un artista, che poi si scoprirà essere il front-man del gruppo in questione, che diceva:
- Il nostro genere è il “suicide-pop”;
- per il prossimo futuro la mia aspirazione è quella di fare tanti “cumshot” (sapete cosa sono, vero?). Nello stesso sito c'erano alcune sue foto:
nella prima era rasato, a torso nudo, un grande orecchino ad anello e con un'intero braccio tatuato intenzionato a ciucciare una tetta. Nell'altra appoggiava l'orecchio sul ventre di una donna che stava a gambe aperte (gran bel vedere), mentre scrutava alcuni soldatini collocati sul Monte di Venere completamente rasato.
A fianco c'era la tracklist: Bastard Angel, Jesus Died in Las Vegas, Love Through Vaseline.
Mosso dalla curiosità (molto dal Monte di Venere e dal cumshot), andai a controllare che razza di homepage avessero questi tizi: niente passere spelacchiate, ma la possibilità di ascoltare quattro tracce.
Fu una sorpresa assoluta ed estremamente piacevole. Non solo. Gli Spiritual Front, con già diversi anni di gavetta sulle spalle (questo è il quarto lavoro), riscuotono già un discreto successo in Europa, hanno la loro base a Roma e quindi sono italianissimi, guidati dal loro frontman Simone "Hellvis" Salvatori (voce e chitarra), con Piergiorgio Ambrosi (tastiere) ed Andrea Freda (percussioni) (questa è la loro ultima formazione), ma in realtà è una specie di open band.
In questo album, assieme ad altri artisti ospiti, notevole è l'impatto dell'orchestra di Ennio Morricone in tutte le 11 tracce, così come lo è per l'ottimo violinista inglese Matt Howden (Sieben), assolutamente struggente nel brano "My Kingdom for" a Horse in una sessione d'archi da brivido, sempre ben integrati con i cori e la voce di Salvatori, che non ha avrà il timbro di Fisher o Berninger, ma ugualmente riesce a trasmettere la propria passionalità.
E' difficile catalogare il suicide-pop degli Spiritual Front, pare un intenso affresco indie-folk oscuro, con l'originalità di cavalcate western ed erotici tanghi, il tutto condito da una bella dose di autoironia.
Un disco che merita attenzione e per questo a distanza di anni, mi è doveroso ringraziare pubblicamente quel Monte di Venere, che me lo ha fatto scoprire.