28 febbraio 2009

Menahan Street Band: Make The Road By Walking


Soul, Funk, Altro
Menahan Street Band e l'incursore anale
“Stanco della solita musica? Prova la Menahan Street Band! Se vuoi anche tu un simpatico sorriso stampato in faccia che non sai perché, un pantalone a zampa che tutti i tuoi amici di Bologna ti invidieranno, raggiungere l’orgasmo senza incursore anale, ecco il prodotto che fa per te!”. (...) Però la Menahan Street Band è da far passare sul proprio stereo, questo sì. Irrinunciabile. Quando il gioco si fa noioso, quando le tue orecchie sono più stanche di quelle di un operaio che usa il martello pneumatico 8 ore al giorno, ecco che il fresco sound seventies del collettivo newyorkese serve allo scopo. Funk sorridente, soul polleggiato, black music per chi sta in campana, la Menahan Street Band è un gruppo aperto, (...)
.

Thomas Brenneck - già apprezzato produttore e qui nelle vesti di suonatore di quel che capita - è il capitano che conduce tra le casse di casa questa strana orchestra di amanti del funk-soul, strambi soggetti che farebbero di tutto per suonare fino a sfinirti a suon di melodie torride. Dieci composizioni strumentali, brevi, a cavallo tra colonna sonora e jam session da localino sotterraneo zeppo di gente come la metro delle otto. Registrato nell’appartamento di Brenneck nel quartiere Bushwick, zona Brooklyn, “Make The Road By Walking” si nutre con avidità di soul fabbricato negli anni ‘60 - ogni riferimento a Curtis Mayfield è ovviamente casuale -, non lesinando amore e rispetto verso intuizioni afro-funk, specie quando i nostri riversano gioiosa baldanza dalla pirotecnica sezione dei fiati. Non male davvero per della roba fatta da una manciata di bianchi. La Menahan Street Band oltre ad essere la band che vorresti trovare ogni sera mentre ti scoli l’ennesimo martini, è anche un’ensemble composto dai migliori musicisti della scena black americana di questo momento; (...)
Il disco più che ascoltarlo, lo si mangia con le orecchie tanto è intrigante e coinvolgente. C’è una sensazione di spazio sconfinato tra i vari strumenti e pure il suono che ne viene fuori è avvolgente, afoso, tanto deciso da appiccicarsi addosso come il miglior ferragosto passato in città. (...) Aggiungeteci il fatto che Obama sicuramente prima di incontrare il presidente cinese se li sparerà a tutto volume nella sala ovale ed allora non servirà altro per convincervi ad ascoltare questo pezzo di Stati Uniti così cool.
.
.

21 febbraio 2009

Traffic: John Barleycorn Must Die


Progressive, Jazz, Soul, Rock , Altro
Me lo ascoltavo l'altro giorno.
E' sempre fresco come una rosa.
Senza parole.
Steve Winwood - tastiere, chitarre e voce solista;
Jim Capaldi - batteria e voce;
Chriss Wood - flauto, sassofoni;
.

14 febbraio 2009

The Reign of Kindo: Rythm Chord & Melody

Indie, Jazz, Progressive
Uno dei primissimi post che feci su questo blog, era dedicato a questi 5 ragazzi, ma ancora prima prima ne avevo scritto su DeBaser.
E' quindi con grande piacere, che faccio mia e riporto questa recenzione da parte di Lorenzo Barbagli dal suo blog ALTPROGCORE:






http://www.myspace.com/thereignofkindo http://rs306.rapidshare.com/files/129760283/TROK-RCAM.zip

12 febbraio 2009

2L8: He&She, Angry Enough To Keep Loving In the Dark Ages


Alternativo
Dalla Grecia con furore.

Kosta Voziki è un genio. Un fottuto genio di 24 anni (o poco più), già osannato da buona parte della critica musicale greca, per il debutto risalente a quasi tre anni fa. Un genio, che comunque prenderei a patte (anche lui fregato dal digitale). Poteva essere un capolavoro, ed invece è solo un grandissimo disco (nonostante tutto), con l'alternarsi di momenti straordinari ad altri meno spiegabili, in continue mutazioni di forme musicali che generano un puzzle di non facile identificazione. E' l'artista che crea la sua migliore opera per poi distruggerla. E dalle ceneri di questa, ne nasce un'altra, per poi essere ancora ridotta ad un ammasso informe. E così di seguito, in maniera continuativa.
A chi ascolta, non resta che rimanere....così, un po' rincoglionito, certamente attonito ma affascinato per un viaggio musicale, in qualcosa che non esiste (o forse sin troppo reale).
01.The Nameless Faces

02.Prologue
03.Josephine (Part I)
04.Josephine (Part II)
05.Monotone Ruins

06.This Turtle Swims Faster Than Expected
07.Patience (Part I)

08.Patience (Part II)

09.Patience (Part III)
10.Paradox
11.The Abyss
12.You Walk On Empty Streets ...(Part I)
13.You Walk On Empty Streets ... (Part II)


14.Epilogue
15.A Dialogue
16.Excuse Me, But I Just Have To Explode (Part I)
17.Excuse Me, But I Just Have To Explode (Part II)
Dal G-Cast, qualcosa si ascolta qui: Music Will Save Us All
Dal loro blog, cliccando sulla copertina , è possibile scaricarlo