Lullubelle III
Ci risiamo. Tutti gli anni la stessa storia. La cosa difficile non è dare il 1° o il 2° posto. Il difficile è andare oltre. E' chiaro che non lo ha ordinato il dottore, ma ferme le manifestazioni agonistiche di fine anno, newsgroup, forum, blog e siti di dubbia e comprovata serietà, devono trovare l'alternativa nello "sport nazionale musicale" di fine anno.
E uno che deve fare? Si esime?
Ecco che allora armato di buona volontà e buoni propositi fai mente locale, perchè anche tu vuoi fare bella figura, magari con qualche nome poco conosciuto (che fa sempre molto figo). Poi casualmente (o no, poco importa), ti riascolti l'album di Lullubelle III (che per la storia, o leggenda, pare fosse il nome di questa splendida mucca qui raffigurata) e pensi: un disco del genere fosse inciso OGGI, come sarebbe classificato?
Personalmente odio le centinaia sfumature date alla musica contemporanea, ma adesso, in questo momento,l'assieme dello sfrigolio d'olio bollente che cuoce un uovo al tegamino (nella parte finale di Alan's Psychedelic Breakfest "strafogandosi" pure), dei fiati, dei cori, degli assoli di violino e degli stordenti giri di basso, non farei fatica a classificarlo come rock sperimentale ed alternativo, mettendolo al 1° posto "filato".
E' qua lo stridore, che sinceramente mi lascia....basito.
Rock sperimentale ed alternativo che tra non molto compirà 40 anni, al 1°posto?
Ecco che allora pensi pure a Echoes, Supper's Ready, I Know What I Like e chissà cos'altro, mentre la tristezza ti assale e ti senti terribilmente old.
Allora è giunto il momento di mandare a cagare la classifica annuale, anche se il "maledetto" Vic Chesnutt merita.
Merita proprio.