Volessi denigrare un album del genere, sarebbe sin troppo facile, ma non posso. Non posso perchè, nonostante momenti non propriamente esaltanti, mi piace.
“Sleepdrunk Seasons” è il primo album degli islandesi Hjaltalín e si sa, a quelle latitudine il clima è rigido. Quindi prima che il buco dell'ozono lo trasformi in temperato, han pensato bene di riunirsi in un collettivo dal numero adeguato (nove), tutti “vicini vicini”, così da stare ben al caldo.
Rimanendo in tema meteo, gli Hjaltalin mostrano comunque un'attitudine al sole ed al bel tempo non sempre comune (malgrado “I Lie”) e con alle spalle la produzione Mùm, il primo pensiero che mi viene di getto è: suoni di musica classica e barocca prestati con successo ad un pop dal gusto datato.
Poi quando leggo/vedo/sento fagotto, tromba, trombone, corno, clarinetto.... che volete, basta che i fiati non siano sul collo, io mi sciolgo.
2 commenti:
li sto prendendo or'ora. da quanto ne scrivi mi paiono interessanti, una sorta di divine comedy artici insomma ;)
ciao addison
grazie per la visita
per nina simone ho addirittura aperto un blog
vai a vederlo e a sentirla se vuoi:
http://amalteo.wordpress.com/
molto belle ed invitanti le tue recensioni di dischi
ora ti tengo d'occhio tramite google reader
grazie del passaggio
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