Potrei fare un copia/incolla dalla vecchia segnalazione che feci per il loro album di debutto "55:12"
“La Metamorfosi” di Kafka inizia così: "Una mattina, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto". Cosa abbiano in comune i Gregors Samsa con il commesso viaggiatore di Kafka, non lo so, se non la diversità: il quartetto in questione ha avuto il coraggio di incidere anche un "Bianco Natale”, provenie da Richmond in Virginia, mentre per loro tipo di musica ti aspetteresti che provenissero dal grande nord. Preceduto dalla pubblicazione di due splendidi EP nel 2002 e 2003 e dall'album di debutto di due anni fa "55:12", arriva questo secondo lavoro (metà Aprile) che ne segue la strada. Il precedente aveva un maggior impatto musicale: una forza d'urto più imponente ed una ricerca più affannosa e suggestiva dei vocalizzi (maschile e femminile) tra Nikki King e Champ Bennet.
Comunque rimaniamo in ambito “post rock” ed il ricordo va ai Mogwai, ai Sigur Ros, ma ancora più dilatati, eterei, rarefatti, riuscendo a generare un senso distensivo di ammorbante religiosità, senza creare noia o stanchezza in ambienti ora chiari poi scuri e bui (molto di più). Per coloro che amano ascoltare brani destrutturalizzati e che vogliono sognare.
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Dal loro mySpace potete ascoltarlo interamente in streaming:
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Per l'eventualle scarico:
2 commenti:
mmmm, già... più da assimilare rispetto all'esordio, più rallentato; dovrò dargli qualche ascolto prima di decidere se mi piace ;)
Se non avessi letto questo post li avrei inguiustamente sorvolati, anche se il nome della band mi ha sempre incuriosito. Del resto non si poò proprio ascoltare tutto quello che passa sotto il naso. E questo è uno dei pregi maggiori dei blog musicali: fare un po' di selezione e segnalare ciò che merita.
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