25 febbraio 2008

The Mumlers: Thickets & Stitches


Fantasmi
Album di debutto per questi multistrumentisti provenienti da San Jose (CA/USA) e che prendono il nome da un artista del fine 800: tal William H. Mumler, primo "fotografo spiritico" capace di catturare immagini di fantasmi. Non c'è bisogno di dire che era tutto falso, ma grazie ad un abile manipolazione, in foto riusciva a far apparire quello che nella realtà non esisteva.
Contrariamente ad altri loro colleghi (che si gettono in veri muri di suono), i Mumlers che pure sono stabilmente in sette, suonano come fossero in tre. Ascolti note divertenti, ma invece sono profondamente malinconiche. Credi di avere a che fare con il jazz, ma poi ti accorgi che è folk. Pare pop ed invece è spudorato country. Insomma, mentre pensi a cosa possono essere sei costretto a passare ad altro, mentre in lontananza vedi passare, questo si, il vero fantasma di Otis Redding.
Thickets & Stitches è stato registrato in soli 4 giorni ed a nessuno dei sette membri della band, con l' esclusione della splendida voce di Will Sprott è venuto la voglia di strafare, in questo lavoro che è decisamente un insieme di tradizione ed innovazione.
"Untie My Knots" è uno splendido walzer per trombone, "Dice in a Drawer" ha degli ottoni che vi faranno accapponare la pelle, il jazzy di "Shake That Medication" vi costringerà ad alzarvi in piedi e battere le mani, trasformandosi in qualcos'altro, "Whale Song" è un grande duetto tra chitarra e voce, in più c'è altro.
Un affascinante mix di strumenti, che per semplificare catalogherei a metà strada tra Hinson e Condon. Per i Mumlers un solo rischio, quello di rimanere ingolfati dalle troppe idee.

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