16 gennaio 2008

Kashiwa Daisuke: Program Music I


Made in Japan
Di giapponese conosco poco o nulla, quindi oltre gli involtini primavera non sono mai andato e musicalmente parlando, rimasi affascinato solamente dal magnifico Battle Honor Or Humanity di Tomayasu Hotei (e qui devo ringraziare Tarantino), poi nient'altro. Anzi, rimanendo in tema musicale, ho sempre evitato tutto ciò che era occhi a mandorla, soffrendo in maniera particolare il cantato. Questo è certamente un mio limite, come è certo che in questo Program Music I ci sia molta Europa.
Proveniente da gruppi rock, Kashiwa Daisuke è al secondo album: il primo lo aveva già inciso per una etichetta tedesca (dei crucchi possiamo dire tutto, ma di musica se ne intendono), avendo influenze anche da parte del nostro Maurizio Bianchi e dopo avere arricchito il proprio bagaglio, eccolo tornarsene in patria e dare alla luce due tracce completamente strumentali. Già! L'album è composto da due sole partiture: la incredibile Stella e Write Once, Run Melos. Due lunghi episodi che racchiudono molto della musica contemporanea, senza una precisa struttura, cesellati con grande attenzione, a volte strabordanti, spesso minimalisti, ma sempre creativi.
Un album che va oltre la musica classica alternativa, dove spesso la batteria è predominante, dove le trombe si ergono a protagoniste, dove le sessioni di violini spezzano il cuore. Motivo comune denominatore la potenza di un pianoforte dai toni alti, mai domo, circondato da improvvisi rumori d'acqua e stormi di uccelli, da furtive voci di bambini che giocano al parco e cori eterei femminili, da campane e numerosi bit elettronici, ora cristallini, distorti poi.
Probabilmente Daisuke si era chiesto: "potranno mai convivere musica classica, elettronica, progressiv, jazz, noise e fanfare? La risposta è riuscita a darsela da solo ed è racchiusa in quest'album.
Come Hotey, lo aspetto ad interpretare una grande colonna sonora, ma ancora di più resterò in attesa di Program Music II.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli involtini primavera sono notoriamente cucina cinese.
In Giappone non esistono ;-)

Anonimo ha detto...

quanta ignoranza :(

l'album è mitico