16 settembre 2007

Portieri, dove?

Della serie "ruoli ingrati".
Eravamo la patria dei portieri, adesso ringraziamo il cielo se ne abbiamo uno. Bravo per carità, il migliore, ma sempre uno è. Oggi siamo invasi da portieri stranieri, pure sudamericani (ma loro non erano i giocolieri?) e quindi mi chiedo che fine abbiano fatto quelli italiani.
La mia teoria.
Sin dalle giovanili, il portiere si sente dire: - l'importante è far goal. Cazzo; - occhio, che in quel caso devi fare il libero; - comunque se perdiamo è anche colpa tua; - cazzo, un miracolo potevi anche farlo no?; - è tutta questione di testa. Duro; - ti voglio con i piedi alla Baggio, sei il primo a dover impostare; - devi averci un fisico bestiale, altrimenti sei 'na pippa; - devi urlare di più, cazzo! Lo sai che i nostri centrali son duri d'orecchi; - stai troppo sulla linea di porta! Esci, 'ste palle son tue, cazzo; - ma perchè sei uscito! Se stavi in porta era una parata facile, facile. Ri-cazzo! - Quant'è alto babbo? E mamma?
Scoraggiati a livello giovanile (magari perchè i genitori non sono 1,90), scartati e disillusi da subito, decidono così, o di appendere prematuramente le scarpette al chiodo, o di trovarsi mortificati tra i pali, pensando di mandare tutti "affare in c...." . Forse qualcosa sta cambiando? Chissà. Ma stando così le cose, chi volete ci stia in porta? Con il fisico dell' "Incredible Hulk", con la voce di Pavarotti (pace all'anima sua), con i piedi alla "divin codino", con le mani di Yashin, ci sono rimasti solo i portieri del subbuteo ed intanto abbiamo rubato ottime guardie al basket.

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