15 settembre 2007

Final Fantasy: He Poos Clouds


Per uscire dalle sabbie mobili create da quel mostro di Matt Elliot, che inghiotte e trascina in un profondo abisso fatto di materia, Mr. Final Fantasy non è il massimo, ma forse è proprio questa vicinanza di ascolti che "He Poos Clouds" mi ha portato ad avvertire una rilassatezza compiuta e divertita, trovandovi anche una buona dose di ironia.
In onore del videogioco giapponese, Final Fintasy è semplicemente l'orribile moniker del venticinquenne canadese Owen Pallet, violinista già noto per aver suonato ed arrangiato la sezione d'archi di "Funeral" degli Arcade Fire, aver collaborato con gli Hidden Cameras e che, prossimamente, dovrebbe essere a fianco della nuova fatica di David Bowie.
Spesso abbiamo trovato artisti che, partendo dai loro successi, hanno rivisitato in chiave classica le loro opere. In questo caso il biondo di Toronto, al suo secondo lavoro da solista, ha realizzato il cammino inverso, reinventado una colonna sonora che sarebbe stata perfetta per un film di Tim Burton. "He Poos Clouds" (pessimo titolo) mette a fuoco dieci composizioni per quartetto d'archi, piano, percussioni, clavicembalo e poco altro. E' come assistere ad un concerto di musica da camera con innesti di splendide melodie ora barocche, ora avanguardistiche, ricche di sonorità orchestrali ed ambientali. Un pop da camera di classe, per niente banale e scontato, con una creatività di intricati arrangiamenti fuori dal comune.
La bellissima title-track dove costantemente fa capolino un clarinetto, il divertente piano di "This Lamb Sells Condos" accompagnato da un coro di bambini, l'orgia dei violini pizzicati di "Song Song Song", l'originalissima "Many Lives -> 49 MP" che ci trasporta ai cori di guerre medioevali, la sbarazzina "Do You Love?" e non solo, sono momenti emozionanti e visionari per un album che, comunque, è da ascoltare più volte.

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