Una faccia tonda, piena, dolce, quasi gommosa, tanto da sembrare appena uscita dal museo delle cere. E' questa la maggiore caratteristica di Peter Lorre, grande attore austriaco che ebbe la fortuna, ma che ne segnò in maniera inequivocabile il suo ruolo di malvagio, di esordire con Fritz Lang in “M - il Mostro di Dusseldorf” (la cui locandina viene ripresa nel'artwork di questo splendido lavoro), per poi continuare a lavorare con i maggiori maestri del periodo, quali Hitchcock, John Huston, Frank Capra.
La vita di uno con la faccia da buono identificato da molti come cattivo, è la storia che ci racconta “Addicted to Bad Ideas...”, partendo proprio dal pedofilo assassino di Lang, passando per l'unica figlia avuta: Catharine, fino ad arrivare a parlarci della sua morte, avvenuta nel '64 per un attacco cardiaco.
Un progetto ambizioso ed originale, che trasforma le 11 tracce in un'opera punk-rock orchestrale, con uno splendido corollario fatto di sassofoni e clarinetti, tanto da caratterizzarne le melodie. Un vero e proprio musical, prodotto da qualcosa che, chiamare band è assai riduttivo. I W/IFS sono qualcosa di più: un ensemble, una tribù, una vera e propria società di amici, che nei suoi dieci anni di vita e l'alternarsi di innumerevoli musicisti, si sono stabilizzati negli attuali otto componenti, tra cui tre donne. Così come è riduttivo schematizzare il loro suono in un unico genere, che potrebbe essere tradotto in “musica quantistica”, uno Ska anarchico di grande qualità, a metà strada tra il cabaret dei Gogol Bordello e la genialoide pazzia dei Man Man, anche se in “I Just Make Faces” il ricordo va subito ai Manhattan Transfer (!).
Capaci di performance live tanto magiche, quanto coinvolgenti, il carismatico frontman del collettivo porta il nome di Jack Terricloth, personaggio “avvinazzato” e considerato quasi leggendario dalle parti di New York, dotato di gran voce e di una sensibilità interpretativa come pochi.
Lasciatevi prendere allo stomaco anche dai lavori precedenti (soprattutto dal penultimo: Red-Eyed Soul) e se proprio deve essere, se nel mio destino purtroppo fosse già scritto, vorrei che la faccia del mio assassino assomigliasse a Peter Lorre.