Primo, perchè l'islandese Ólafur Arnalds, già impegnato anche in altri lavori (con il gruppo metal dei "Celestine" ed il progetto folk "My Summer As A Salvation Soldier") ha solamente vent'anni. Secondo, perchè "Eulogy for Evolution" è un debutto che arriva direttamente dal cielo, con un suono assolutamente maturo, composto da intrecci di piano, violini e violoncello, capace di farci cadere pesantemente nell'umida e profumata tundra islandese.
Arnalds, riesce ad immergerci nell'incontaminata natura della sua terra, con la pacatezza dei suoni di Matthew Cooper, la devastante malinconia di Matt Elliott, con la spensierata gioventù di un Micha P Hinson qualsiasi, raccontandoci in maniera completamente strumentale, magnifiche favole che ricordano tanto i Sigur Rós.
Belle melodie di musica classica su strutture moderne, accompagnate da leggerissimi, soffusi rumori ellettronici, dove l'artista usa il piano come fosse un cuneo, per penetrare e stordire. Mentre gli archi sono il vero grimaldello per aprire il cuore su un mondo immerso nel freddo, trasportandoci con una emozione fisica ad ammirare uno splendido paesaggio naturale.
Delle otto, sono solo due le tracce che, per brevi istanti, assumono un suono rock: la bellissima "3055" con un rullo di tamburi dallo stampo epico e "3704/3837", dove si assiste ad una vera esplosione di batteria e chitarre elettriche, bruscamente interrotte da un suono d'organo.
"Eulogy for Evolution" mostra la grande sensibilità artistica di un giovanissimo personaggio, rapinandoci con facilità ed eleganza, con atmosfere minimali ma intense, dalla grande presa emotiva. Un album non per tutti i momenti, ma per determinati momenti.
Se cercate la vostra malinconica colonna sonora d'autunno, fermatevi in Islanda e cercate di Ólafur Arnalds.
Tracklist : 0040 - 0048/0729 - 0952 - 1440 - 1953 - 3055 - 3326 - 3704/3837
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